La nascita della civiltà albana
“Omnes Latini ab Alba oriundi”
La civiltà latina nasce sui Colli Albani, come ricordano sia le numerose e famosissime leggende qui ambientate – a cominciare da Alba Longa che ha dato i natali a Romolo e Remo, ora individuata a Rocca di Papa in località Prato Fabio – che l’ingente documentazione archeologica attestante il secolare prestigio degli Albani nell’ambito dei popoli del Lazio antico. La capillare distribuzione delle antichissime curie gentilizie albane a partire dall’VIII sec. a.C. e i loro progressivi livelli d’integrazione hanno dato vita ad una fiorentissima civiltà. Nascono qui, per la prima volta nel Lazio, istituzioni, magistrature e culti che diverranno fondamentali nel mondo romano: la dittatura, sacerdozi come quello delle Vestali e dei Salii, solo per fare degli esempi. Ma forse l’aspetto più significativo della cultura albana è rappresentato dal culto comunitario sul Monte Albano rivolto a divinità primitive, precedenti a Giove Laziale, che se da un lato postula forme politico religiose di tipo pre federale, dall’altro prelude alla nascita della lega latina della quale rappresenta il naturale sottofondo culturale. Infatti a partire dal VII – VI sec. a.C. e nel corso dei secoli successivi, l’attività politico – religiosa di tutti i popoli del Latium Vetus è incentrata sui Colli Albani: la divinità venerata sul Monte Albano è ora Giove, con l’epiteto regionale di Latiaris, ed a lui si dedicano le celebri feste latine. Per contro, la lega latina si riunisce nel bosco sacro alla dea Ferentina – il lucus Ferentinum – la cui esatta ubicazione sui Colli Albani è tuttora oggetto di discussione.
Parallelamente al mondo albano, le celebri curie gentilizie romane si distribuiscono sui colli, come rammenta il celebre passo di Varrone che tratta del Septimontium. Il confronto, attraverso la sovrapposizione cartografica, tra l’area occupata dalle curie romane e quella delle curie albane, rende perfettamente l’idea della vastità territoriale di questi ultimi nel cuore del Latium vetus: il loro consistente sviluppo demografico, che già si sta evolvendo e che darà luogo alla nascita di ben cinque importanti città, testimonia la potenza degli Albani in età protostorica, favorita anche dalla loro straordinaria posizione relazionale all’interno del Lazio antico.
Ma l’esito storico di questa divisione sarà la causa del loro conseguente ridimensionamento nei confronti della stessa Roma.
Al contrario, le curie gentilizie romane si stringono attorno al Palatino, favorendo la nascita di una sola città: la grande Roma. La somiglianza tra la distribuzione spaziale delle antichissime curie gentilizie albane e la moderna dislocazione dei paesi dei Castelli Romani è impressionante; analogia che si riscontra, purtroppo, anche nell’abitudine di dividersi e di racchiudersi in comparti stagni. Per questo, esattamente come in età protostorica, i castellani non hanno alcuna percezione delle immense potenzialità del proprio territorio: sono una cinquantina le principali città italiane e i Colli Albani, con oltre 300.000 abitanti, rientrano tra le prime dieci…
Corrispondenza tra l’assetto territoriale delle curie gentilizie di 2700 anni fa e la distribuzione attuale dei paesi dei Castelli Romani